mercoledì 12 luglio 2017

Riserva Naturale delle Torbiere. La pantera quest'anno non fa più paura, le belve oggi indossano canotta gialla fluo e pantaloncini da corsa aderenti e neri

Questa è una storia a lieto fine, o quasi, nulla di grave, di quel che poteva succedere, è successo. 
La chiameremo Silvia per non violare la sua privacy, ma la testimonianza è vera, verissima, purtroppo.
Ragazze, in guardia state sempre attente, attentissime, mai passeggiare sole in luoghi isolati, il pericolo è sempre in agguato, e a Silvia è andata bene. 
Silvia: 
"Inizialmente non volevo scrivere niente di quello che mi è successo stamattina, però non voglio dargliela vinta, vorrei mettermi in una piazza affollata a urlare, ma sembrerei solo una pazza in preda ad un esaurimento nervoso. 
Stamattina, sono stata seguita da un tizio per un ora abbondante in un parco (Riserva Naturale le Torbiere).
È successo stamattina alle 10.30 
Mi sono stati dati due giorni di ferie, nel tempo libero mi piace andare o alle Torbiere o in mezzo ai boschi a far foto, mi piace sentirmi libera in mezzo alla natura, mi libero il cervello. 
Mi libero dallo smog. 
Prendo su la mia macchina fotografica e mi rilasso. 
Credevo di far questo in tutta tranquillità stamattina, e invece no.
Sono li seduta in riva a una buca a far due cazzo di foto a un pesce e sento un rumore dietro di me, mi giro e c'è li un tizio che mi fissa, con la sua canotta gialla fluo e dei pantaloncini da corsa aderenti e neri. Mi fissa, ma come mi giro a guardarlo si mette a guardare il cielo. Mi alzo e vado più avanti, mi dico che sono io paranoica, che penso sempre male; vedo un cucciolo di coniglio e mi fermo a provare a fargli due foto. Il tizio di prima compare in mezzo al percorso e va avanti per la sua strada. Lo guardo che si allontana e penso "BAH"

Aspetto un po', avevo sto brutto presentimento in pancia, però non lo vedo sul percorso, sono li che penso se andare avanti o tornare indietro. 
Di solito comunque c'è gente che passeggia in Torbiera, ma stamattina non c'era un cane. 
Comunque, nel frattempo che penso sul da farsi il tizio ricompare da dietro una curva e ritorna verso l'uscita. 
Allora decido di andare nella direzione opposta. 
Mi fermo in un'altra buca, volevo fare due foto alle ninfee, ma mi sento a disagio, mi giro e salta fuori il tizio di prima, lo guardo, lui guarda il cielo e va avanti, si ferma a cinquanta metri più avanti e mette una gamba su una panchina, si tira i muscoli fa stretching, e mi sembra una cosa strana dato i metri che ha fatto camminando sempre a passo lento, faccio finta di impostare la macchina fotografica, e lo guardo con la coda dell'occhio e vedo che sta li a guardarmi, in quel momento ho capito che il tipo mi stava seguendo; mi guardava di nascosto, ho messo la macchina fotografica nello zaino, ho tirato fuori le chiavi della macchina, e mi sono messa lo zaino in spalle, telefono a portata di mano. 
Guardo ancora una volta sto imbecille, ed era il che mi guardava. 

Ha cominciato a battermi il cuore in un modo che non mi ha mai battuto nella vita, sembrava di avercelo in gola, non riuscivo più a deglutire, mi tremavano le mani e le gambe. 
Stavo pensando di cominciare a correre verso la macchina, era lontano, forse potevo farcela, ma non sono Bolt, ho fatto due passi più in là così due piante mi coprivano dalla sua visuale. 
Ho visto che ha allungato il collo e mi aveva perso di vista, ha cominciato a venire nella mia direzione con passo lungo e veloce, quando poi mi ha visto si è bloccato e si è messo a guardare una foglia in terra prendendola a calci. In quel momento avevo il telefono in mano e il mio moroso mi manda un messaggio, era in pausa, gli ho chiesto di chiamarmi, ho cominciato a camminare verso l'uscita cercando di non farmi prendere dal panico e parlando al telefono col mio moroso. 
Gli parlavo in modo da fargli capire che c'era qualcuno che mi stava seguendo, e allo stesso tempo dicevo cose per far credere al tipo che mi seguiva che c'era qualcuno che mi aspettava all'uscita, cercavo di non farmi più seguire. Dicevo cose tipo "ah sei li all'incrocio? Se mi aspetti arrivo faccio una corsa". "Si si sto arrivando mi aspetti li? Dai che facciamo un giro insieme".
Questo non ha fermato il mio "inseguitore" per tutto il tempo mi è stato dietro, a distanza di dieci metri. Sono andata avanti, ho quasi corso, mi sono nascosta dietro un cespuglio e il tipo è andato avanti di 50 metri, si è reso conto di essermi davanti, mi guarda e si mette in mezzo al sentiero con le mani sui fianchi, mi guarda dritto negli occhi quasi scocciato. Io avevo il cuore in bocca sembrava che si potesse sentire a distanza. Nel mentre ho chiuso la chiamata col mio moroso e ho chiamato il 112. 
Parlo con la centralinista, donna, capisce il mio stato di panico e disagio e mi passa i carabinieri di Erbusco, non capisco perché non quelli di Iseo. Il carabiniere mi chiede come mi chiamo, dove sono, e cosa sta succedendo, sentento la voce di qualcuno e sentendomi in qualche modo meno sola scoppio a piangere, il carabiniere mi SBUFFA al telefono e mi dice che PROVA a mandarmi QUALCUNO. In quel momento mi è salita una rabbia mista panico. Gli ho detto di far presto ho ribadito il concetto che ero DA SOLA e che il tipo continuava a seguirmi. La sua risposta è stata "riagganci così le riesco a mandare una pattuglia" 

Sono passati 20 CAZZO DI MINUTI prima che arrivassero i carabinieri. In quella situazione mi sembrava un'eternità. Ho dovuto richiamare il 112 e spiegargli come entrare in torbiera non so per quale motivo. Nel frattempo il mio moroso ha chiamato suo fratello dicendogli quello che stava succedendo ed è corso insieme al suo collega in Torbiera. 
Nel frattempo è arrivata una ragazza e ho fatto la figura della pazza. L'ho fermata e le ho detto di non andare avanti spiegandole quello che mi era successo. Il tipo mi guardava da lontano, ogni tanto facendo finta di guardare il cielo o guardare la siepe. Dopo due minuti che sto parlando con la ragazza, mi giro per fargli vedere dove si era nascosto..Passano dieci minuti, credo, guardare l'ora non era una mia priorità in quel momento.. mi arriva una chiamata col prefisso di Brescia. "Signorina ci vede? Ci venga in contro" 
Due carabinieri, mi stavano correndo, letteralmente, in contro. Il tizio in canotta giallo fluo era sparito. Nel frattempo sono arrivati di corsa anche B. e F. 
Io piangevo come una bambina. Del tizio neanche l'ombra. I carabinieri hanno accompagnato me e la ragazza fino all'uscita. Due macchine dei carabinieri fuori dall'uscita.. 
Tutto questo papiro per dire che dopo che mi è passato il panico, mi ha preso lo sconforto. Perché non mi sono sentita presa sul serio dai carabinieri. Mi sono state dette queste frasi:
"Magari signorina stava solo facendo una passeggiata" 
"Non l'ha toccata? Non le ha detto niente? Eh allora magari non aveva cattive intenzioni" 
"È sicura che la stava seguendo?" 
"Non ha fatto niente di strano?"

Sono io che ho dei problemi? Non mi sono spiegata bene forse? Dovevo chiedere al tizio in canotta "Hey ciao scusa, ho notato che è un'ora che ti trovo sempre dietro di me, oppure che mi superi e ti fermi a 50 metri e mi guardi, vuoi per caso saltarmi addosso? Ah si è così? Resta fermo lì che chiamo i carabinieri e gli dico che stai tentando di violentarmi"

Cos'è devo essere sicura che stia cercando di violentarmi prima di chiamare aiuto?
Devo prima lasciarmi rapire?
Devo aspettare che mi metta le mani addosso?
Penso che sia per questo motivo che ci siano così tanti femminicidi, abusi sessuali e violenza al mondo. Perché non ci date retta. Perché ci prendete per paranoiche.

Non siamo noi che ce le cerchiamo, perché nessuno esce di casa e pensa "magari oggi qualcuno mi stupra" "magari oggi qualcuno mi segue per strada".

Se non si è liberi di andare di martedì mattina in una cazzo di Riserva Naturale a farsi una camminata non so più dove ci si può sentire al sicuro. Non è violenza solo quella fisica, è anche violenza quella psicologica, perché io non so se riuscirò a dormire stanotte."

Questa storia si commenta da sè, tirate voi le conclusioni, ...se ci riuscite....